Consigli e riflessioni
Niente panico: cura dell'ansia
La gestione degli stati emotivi ansiosi. Tutti, tranne forse qualche maestro asceta, si fanno ''prendere dall'ansia'' in diverse situazioni, seppur per motivi differenti.
Quello che vi vorrei presentare oggi è un tema di frequente interesse.
Esistono delle strategie prestabilite che possiamo adottare contro ansia e panico? Se sì, quali?
Proverò a rispondere a queste domande, in modo chiaro e semplice.
Sì, esistono delle strategie per contrastare l'ansia ma non danno lo stesso risultato in tutte le situazioni, inoltre quello che può essere utile a una persona può essere poco utile per un'altra.
Per individuare delle strategie che funzionino ci vuole una fase di osservazione, cosa che, in genere, una persona che è coinvolta emotivamente fatica a fare con lucidità. In questa prima fase è importante individuare quali sono le risorse che la persona ha a disposizione e quali soluzioni ha tentato di mette in atto. Osservare un po' più esternamente richiede allenamento, ma è il primo passo per affrontare le situazioni per noi importanti, con un po' più di sicurezza e leggerezza. Segue una fase di sperimentazione dove l'accettazione e l'accoglienza di qualche nuova idea, può aiutare a sentirsi efficaci e a ridurre l'ansia, favorendo il benessere mentale, emotivo e fisico.
Sentirsi efficaci, vedere che le nostre strategie funzionano ci può aiutare a metterci in contatto con delle parti di noi più sicure e che stimiamo. Quindi, sì se si rispettano alcuni passaggi è possibile individuare delle strategie utili e ed efficaci per contrastare l'ansia e il panico. Se le strategie sono meno preconfezionate e più frutto, invece, di proprie sperimentazioni la soddisfazione e il senso di efficacia aumenta; inoltre si integreranno meglio con la propria persona e le proprie relazioni.
Tendiamo a vedere l'ansia sempre come un nemico, questo è la prima cosa da rivedere del proprio approccio; ma capisco benissimo che possa essere difficile questo passaggio in completa autonomia. Quando dicevo che è importante accogliere nuove idee intendevo proprio che dobbiamo essere anche pronti a toglierci di dosso alcune certezze su come consideriamo l'ansia e il nostro problema. Scrollarci di dosso, ad esempio, l'idea che l'ansia sia una nemica da sconfiggere può essere liberatorio. L'ansia ci dice qualcosa: è fastidioso certo ma più chiudiamo le orecchie e più lei si farà sentire. Potremmo scoprire che ci vuole dire qualcosa, che ci vuole incoraggiare a intraprendere una strada nuova, a riflettere su qualcosa, a farci scoprire parti di noi a noi stessi sconosciute.
Insomma, può diventare un'occasione. L'ansia ci può dire, ad esempio, quali sono le cose a cui noi teniamo o ci può far aprire una riflessione in merito. L'ansia ci può volere dire che stiamo correndo troppo, che stiamo pretendendo troppo da noi stessi; ci può costringere a fermarci e a darci "bene cosa voglio fare?".
Sono alleate positive dell'ansia: il tempo e lo spazio.
Dedicarsi un tempo e uno spazio per ascoltarsi.
Cambiare la concezione dell'ansia: da nemica a un'amica arrabbiata con noi ma che tiene a noi. Da questa concezione, apparentemente contro intuitiva, possiamo preparare un terreno sgombro, più pulito e sereno entro cui cercare quelle che sono le strategie migliori per noi e i nostri progetti.
C'è chi può far tacere la voce dell'ansia rinnovando qualcosa del proprio ambiente, ad esempio spostando un tavolo in cucina; chi trova giovamento nel dedicarsi uno spazio circoscritto, ad esempio scrivendo i propri pensieri su un quaderno a una certa ora del giorno; chi ancora correndo; chi ancora parlando da solo; chi iscrivendosi a un bel corso di meditazione, ecc.
Attenzione però, come dicevo prima, a non credere che trovata una strategia questa funzioni per sempre. Le strategie sono come i vestiti: quando cresci li cambi.
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